CHE COS’È IL FOCUSING?


Abbiamo voluto porre questa domanda
a persone che da anni lo praticano e lo insegnano. 
Le risposte, in ordine di arrivo, sono diverse e ciascuna pone in evidenza
un aspetto di questa esperienza.

Sentiamo cosa dicono…

Maria Emanuela Galanti, anche detta “Meg
Trainer di Focusing

Per me il Focusing è una pratica di cambiamento personale che ci insegna a fare il prossimo passo nella vita fidandoci della saggezza del corpo. Come filosofa, sono interessata ad approfondire il legame di questa pratica con la sua teoria (la filosofia dell’implicito). Come essere umano che assiste con grande scoramento al degrado della nostra vita associata, sono interessata a creare le condizioni per lo sviluppo di un Focusing dedicato ai problemi sociali, o  EOF (Environment Oriented Focusing).

Germana PonteTrainer di Focusing e Coordinator

IL FOCUSING E LA SAGGEZZA DEL CORPO

Si può senz’altro dire che il Focusing è un processo di auto-consapevolezza, che mette a fuoco (focusing) il modo in cui questo nostro corpo vive ogni esperienza, problema, relazione, ecc…, e come li riassume con una impressione corporea chiamata ‘Felt Sense’. Quando parliamo di corpo nel Focusing intendiamo l’organismo intero: corpo fisico, emotivo, mentale, energetico e quant’altro… In una parola il nostro intero “essere al mondo”.

Il Felt Sense è il più delle volte una sensazione vaga e oscura, che compare un attimo e poi scivola di nuovo nel subconscio. La nostra cultura, basata prevalentemente sul “capire”, non ci ha addestrati a darle importanza, inoltre all’inizio sembra poco promettente. Eppure contiene tutta la complessità dell’esperienza in questione. Con delle tecniche appropriate si apre e ci consente di accedere a quel di più che il corpo sa rispetto alla mente, la famosa “saggezza del corpo” appunto. Inoltre il Felt Sense contiene ‘implicito’ il prossimo passo avanti rispetto alla situazione in questione, e questo perchè contiene la trama della nostra storia passata, i significati attuali, il nostro modo di relazionarci con noi stessi, con gli altri e con la vita, nonché le nostre speranze e paure per il futuro…


In realtà il Felt Sense non è una cosa sconosciuta, abbiamo a che fare con esso ogni momento della nostra vita, solo che non ci facciamo troppo caso. Immaginate di incontrare qualcuno che amate, se fate attenzione noterete che sentite nello stomaco qualcosa che assomiglia alle bollicine dello champagne, oppure vi si apre il cuore… Se qualcuno vi grida contro qualcosa di sgradevole, vi sentite come se aveste ricevuto un pugno nello stomaco, o come se vi cascassero le braccia… 


È stata la genialità di un uomo a notare questo nostro particolare modo di registrare e simbolizzare i vissuti a livello corporeo. E sempre lui ha ideato le chiavi per aprire questa porta ed entrare nel nostro mondo interiore. Quest’uomo è Eugene Gendlin, psicologo, filosofo e accademico piuttosto famoso negli USA e in tutti i paesi in cui il Focusing si è diffuso. Gendlin, tra l’altro, è stato discepolo di Rogers, uno dei padri fondatori della psicologia umanistica. La scoperta del Focusing avvenne nell’ambito di una grossa ricerca che lui fece per l’Università di Chicago più di 40 anni fà, quando era a capo del dipartimento di psicologia. Lo scopo di tale ricerca era capire perché la psicoterapia, il più delle volte, fosse così lunga e poco efficace. A sorpresa, risultò che la differenza tra una terapia andata a buon fine o meno la faceva il cliente, o meglio quei clienti che sembravano possedere l’abilità di mettersi in contatto col sentire corporeo dei propri vissuti.

L’indirizzo della scuola psicologica e persino la bravura del terapeuta risultarono meno importanti di ciò che ci si aspettava ai fini della buona riuscita della terapia.
Poiché questa particolare abilità che alcuni clienti possedevano sembrava fare la differenza tra il successo e il fallimento, Gendlin, assieme ai suoi assistenti, cercò di comprenderla prima e di insegnarla poi a chiunque volesse impararla.

Così nacque il Focusing, e man mano che si faceva luce su questa particolare forma di vissuto corporeo, si comprese che chiunque poteva imparare a contattarlo a proprio beneficio. In realtà sarebbe più esatto parlare di riappropriarsi di una facoltà che già possediamo, il sentire-percepire, che è in disuso o largamente sottovalutata dalla nostra cultura a favore del capire. Ed è per questo che Gendlin, con un atto di grande generosità e lungimiranza, ha reso accessibile il Focusing a tutti.


Il Focusing è un processo di autoconsapevolezza, facile e sicuro, che chiunque può imparare a usare, ma è anche uno strumento prezioso in molti ambiti: psicoterapia, counseling, body-work, medicina, formazione, istruzione, creatività, meditazione… i bambini poi sono dei focalizzatori naturali, basta aiutarli a fidarsi di ciò che sentono.

Valerio LodaTrainer di Focusing

Il Focusing è davvero importante per me perché è il percorso che mi consente di incontrare  il  mio mondo interiore per dialogare  in modo dolce, collaborativo, inclusivo. Con il Focusing ho imparato ad ascoltarmi, ad accettarmi così come sono e questo è un grande stimolo per continuare il mio cammino.

Ho sempre cercato di guardarmi dentro ed ho provato diverse esperienze: tante letture  e poi meditazione, rebirthing, reiki, visualizzazioni,  psicodramma, arteterapia sono alcune di queste, forse le più importanti. Ho incontrato il Focusing per ultimo, dopo i percorsi che ho appena elencato.

Non li rinnego, alcuni li   pratico ancora, il Focusing adesso è  per me   il modo  ma anche il mezzo di guardare tutto in maniera davvero diversa. Ne spiego in breve la ragione.

Con il  Focusing si inizia ad ascoltare il  corpo a partire dal felt sense: l’unione di sensazione fisica  e simbolo che mostra qualcosa di nuovo, di inaspettato. Il Felt sense è una sensazione fisica carica di senso che si esprime attraverso immagini, suoni o azioni e acquista significato per mezzo del dialogo interiore.

Questo dialogo accetta l’analogia, il simbolo, la metafora; chiede, ascolta e non giudica.  Il nostro corpo (un corpo che non conosciamo ancora in modo compiuto: le ricerche sui neuroni specchio, sul ruolo e l’importanza dell’intestino nei processi mentali , solo per fare due esempi, ci mostrano che l’intelligenza corporea è molto più articolata di quanto non pensassimo solo pochi anni fa) si esprime con modalità che spesso l’intelligenza analitico-razionale fatica a comprendere.

Per questo il dialogo appare a volte complicato, difficile, oscuro. Il Focusing messo a punto da E.T. Gendlin propone un modo di rapportarsi capace di ascoltare senza critica, senza giudizio, il discorso del corpo.

Con il Focusing prendiamo atto che esistono in noi parti differenti che si esprimono in maniera diversa e cerchiamo un incontro, uno scambio un confronto che porti ad un’alleanza   tra queste parti, diverse ma con pari digità, che assieme ci permettono di guardare noi e il mondo con occhi nuovi.

Donatella Morelli Trainer e Coordinator di Focusing

Alla domanda “Cos’è per me il Focusing?“, amo rispondere evocando il saluto che pongo a me stessa, ai miei clienti e compagne di focusing quando focalizzo: “Benvenuta Donatella, con tutto ciò che ti compone, così com’è, per tutto il tempo di cui ha bisogno!”.
A questo saluto sento sempre qualcosa in me che si distende e si accoccola, anche un po’ divertita nel sapere che ne vedrà delle belle anche questa volta!

Si, perché il Focusing ha portato alla mia passione per la conoscenza dei mondi interiori, la certezza che in qualsiasi territorio mi possa inoltrare, anche il più minaccioso e difficile… mi permetterà di affrontarlo sempre in compagnia di una Essenza, che ho imparato a chiamare “Sé in Presenza”, grazie all’insegnamento di Ann Weiser Cornell, Barbara McGavin e Germana Ponte.

In compagnia della Presenza è come se i felt sense si comportassero come piccoli “Pinocchio” quando incontra la “Fata dai Capelli Turchini”. È come se il tutto si rilassasse e non si sentisse più “solo”.
La cosa, oltre a darmi un senso di sicurezza mai provato prima (nonostante decenni di lavoro interiore e in vari ambiti), alle volte diventa una vera e propria ventata di gioiosa allegria.

Ciò che rende speciale questo strumento è la vastità di ciò che può permetterci di esplorare, sempre accompagnati da un senso di centratura e sicurezza, tali da permetterci di veleggiare nei mondi interiori anche sulle onde più alte, come nei territori più difficili, sapendo che prima o poi qualche dono ci arriverà dal profondo.
È uno strumento che sto imparando ad apprezzare sempre di più proprio per la sua duttilità e capacità di aprirmi a nuovi spazi, possibilità, fino a poco prima impensabili e a connettermi con ciò che, per me, è “Presenza Divina”.

Avere incontrato Il Focusing ha portato cambiamenti tangibili nella mia esistenza: mi sta permettendo di fare della mia vita una continua esperienza vissuta nel sentire più vero e profondo; mi ha permesso di fare amicizia con me stessa e a sviluppare un progressiva apertura alla fiducia che il corpo SA ciò che è buono per me – sempre – e che basta solo darmi il tempo di ascoltarlo.
Lo dico sempre alle persone che vengono da me per apprenderlo: ‘provare per credere’ perché è solo nelle aperture che il corpo ci restituisce che se ne può esplorare la veridicità.
E come dice il suo grande Padre: “…e c’è molto di più“.
Grazie Eugene T. Gendlin… te ne sarò grata per sempre.